Top 5 libri su Camille Claudel

Top 5 libri su Camille Claudel

 

Questo articolo presenta una selezione dei migliori libri su Camille Claudel.


1. Camille Claudel (Anna Maria Panzera)

Camille Claudel (Anna Maria Panzera)

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In un contesto straordinario e contraddittorio come quello tra Ottocento e Novecento dove “normali” difficoltà intralciavano la realizzazione dell’identità femminile, Camille Claudel riuscì ad affermarsi ritagliando uno spazio d’azione inedito e non piccolo all’arte e alle donne.

Questa biografia ripercorre la vicenda della scultrice soffermandosi con sguardo critico sugli anni della sua stagione creativa, alla luce di alcuni snodi esistenziali che la influenzarono fortemente: il problematico rapporto con la famiglia, in cui s’intrecciarono istanze culturali e complessità patologiche; la storia d’amore e odio con lo scultore Rodin, egocentrico e geniale; il legame con il fratello Paul, esponente di rilievo di un cattolicesimo intransigente allora assai attivo in Francia; la malattia mentale e l’internamento in manicomio, che forse ostacolarono la completa maturazione del suo percorso artistico.

L’autrice, con dovizia di particolari e argomentazioni, vuole dar conto dell’unicità di Camille Claudel, aprendo spiragli di ulteriore comprensione su una figura complessa il cui ruolo, nella Francia della Belle Epoque, merita di essere meglio precisato.


2. Mademoiselle Camille Claudel e Moi (Chiara Pasetti)

Mademoiselle Camille Claudel e Moi (Chiara Pasetti)

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“La vocation suivie patiemment et naïvement devient une fonction presque physique, une manière d’exister qui embrasse tout l’individu”, scriveva Gustave Flaubert nel 1853. Qualche anno dopo la scultrice francese Camille Claudel (1864-1943) sarà un altro mirabile esempio, altissimo e nel suo caso drammatico, di questa luminosa espressione, che racchiude in sé un’etica e un’estetica.

Attraverso i testi, alcuni per la prima volta in traduzione italiana, di chi la conobbe e scrisse sulla sua vita e sulla sua arte, si ripercorrono qui le tappe principali del suo appassionante e sofferto Chemin de la vie (dal titolo di una delle sue opere più celebri) dalla creazione all’esilio, dal sogno all’incubo. In appendice il testo drammaturgico Moi, a lei dedicato e ispirato.


3. Camille Claudel (Odile Ayral-Clause)

Camille Claudel  (Odile Ayral-Clause)

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Camille Claudel è ricordata come la talentuosa scultrice francese che da giovanissima intrecciò una tormentata relazione con Auguste Rodin.

Ma Camille, carattere indipendente e irrequieto, è stata soprattutto una donna emancipata che ha sfidato le convenzioni sociali e culturali della sua epoca, soccombendo infine psicologicamente sotto il peso opprimente della riprovazione pubblica, dei pregiudizi atavici e delle privazioni materiali.

Turbata dal suo anticonformismo, la famiglia di Camille reagì alle sue crisi facendola internare in una casa di cura per malati di mente, dove rimase fino alla morte.

Ora Odile Ayral-Clause, dopo anni di studi, riesce finalmente a riscattare Camille dallo stereotipo dell’eroina tragica e a consegnarci quella che può essere considerata la biografia definitiva di una grande artista.

L’autrice ricostruisce, infatti, l’ambiente artistico della Parigi di fine Ottocento e gli ostacoli contro i quali la scultrice si è dovuta scontrare; si sofferma sulla storia familiare e racconta gli affetti; analizza le cause della malattia, approfondendo le circostanze della sua detenzione grazie ai documenti d’archivio.

Ne esce così un libro tanto appassionante quanto accurato: uno strumento essenziale per conoscere davvero uno dei personaggi più affascinanti dell’arte moderna.


4. Sono come Cenerentola (Camille Claudel)

Sono come Cenerentola (Camille Claudel)

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“Mia cara mamma, […] Sei davvero cinica nel negarmi riparo a Villeneuve. Non darei scandalo come tu immagini. Riprendere l’esistenza normale mi darebbe una gioia tale che non farei nient’altro. […]

Non mi azzarderei a far nulla di biasimevole, ho patito a tal punto da non risollevarmi più. […] vivere qui mi causa un soffrire tale da impedirmi di restare umana. Non riesco più a tollerare gli strepiti di tutte queste creature, la nausea mi attanaglia.

Mio Dio, quanto vorrei vivere a Villeneuve! Tutte le cose che ho fatto valgono ben più del concludere i miei giorni come un numero in una casa di cura, ho diritto a ben altro. […]”


5. Camille Claudel : scultore – Un’identità problematica tra arte e follia (L. Trabucco)

Camille Claudel : scultore - Un'identità problematica tra arte e follia (L. Trabucco)

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La complessa e drammatica vicenda umana e artistica di Camille Claudel, nello studio interdisciplinare qui proposto vuole essere un riconoscimento allo sforzo dell’essere umano di trovare comunque delle vie espressive che permettano di elaborare le esperienze anche più complesse.

Uno studio che, al di là di tardivi riconoscimenti, aspira a ripagare una vita spesa alla ricerca di una definizione di sé.

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