Top 5 libri sulla mafia in Italia

Top 5 libri sulla mafia in Italia

 

Questo articolo presenta una selezione dei migliori libri sulla mafia in Italia.


1. Cosa Nostra – Storia della mafia siciliana (John Dickie)

Cosa Nostra - Storia della mafia siciliana (John Dickie)

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Uccidere e farla franca. È l’attività che la mafia siciliana ha elevato a forma d’arte nella sua corsa al potere e al denaro. Una corsa che l’ha resa la più ramificata, famigerata e copiata organizzazione malavitosa del pianeta, al punto che il termine italiano ‘mafia’ si è trasformato ormai in una generica etichetta, a indicare l’intera gamma delle realtà criminali mondiali: cinesi, giapponesi, russe o turche.

A differenza dei suoi imitatori globalizzati, la mafia siciliana si organizza combinando gli attributi di uno Stato ombra, di una società d’affari illegale e di una società segreta cementata dal giuramento. ‘Cosa nostra’ ricostruisce le storie degli uomini e delle donne che sono vissuti e sono morti all’ombra della mafia.


2. La mafia – Centosessant’anni di storia (Salvatore Lupo)

La mafia - Centosessant'anni di storia (Salvatore Lupo)

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Se c’è un autore che ha dedicato allo studio delle organizzazioni criminali mafiose, tra Sicilia e America, libri che hanno rappresentato il punto di riferimento per gli storici, gli operatori di giustizia, il ceto politico, un più vasto mondo intellettuale e il grande pubblico, questi è senz’altro Salvatore Lupo.

La sua “Storia della mafia”, pubblicata per la prima volta nel 1993, è rimasta per oltre vent’anni uno strumento insostituibile per larghi strati di lettori italiani e stranieri, grazie anche alle numerose traduzioni in tutto il mondo. Era giunto per l’autore il momento di compiere un nuovo sforzo di sintesi dell’intera materia, facendo tesoro degli studi passati, della documentazione e delle testimonianze nel frattempo venute alla luce.

Partendo da questa consapevolezza, il libro ricostruisce centosessant’anni di storia della mafia. Parla della mafia siciliana e insieme della sua figlia legittima, la mafia americana. Ne coglie le interrelazioni, le reciproche interferenze. Pone i conflitti tra cosche, fazioni e gruppi affaristici in questa dimensione transcontinentale.

La mafia ha rappresentato un fenomeno criminale caratterizzato da una costante essenziale: quella di definirsi e di essere percepita in stretta correlazione con gli strumenti, le ideologie, le culture delle sfere istituzionali e degli apparati repressivi che con alterne fortune l’hanno combattuta. In altri termini, la mafia non si può studiare, e non si può capire, se non in rapporto con l’antimafia.

Questo legame consente di considerare i successi della mafia, o viceversa le sue sconfitte, come punti di osservazione utili per cogliere da un’ottica originale la grande storia. Ciò vale per l’America a proposito dell’emigrazione italiana, del proibizionismo, del New Deal. E vale altrettanto per l’Italia di fine Ottocento, del fascismo o del secondo dopoguerra, fino ad arrivare agli anni ottanta e novanta e alla complessa vicenda investigativa e giudiziaria che condusse agli assassini dei giudici Falcone e Borsellino.

Il maxi-processo di Palermo segna una delle sconfitte più gravi subite dall’organizzazione criminale mafiosa. Da lì parte una nuova fase su cui Lupo getta per la prima volta lo sguardo: un’altra storia.


3. Il patto – La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato (Nicola Biondo, Sigfrido Ranucci)

Il patto - La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato (Nicola Biondo, Sigfrido Ranucci)

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Sembra un film ma è una storia vera, e inedita, di cui pochissimo si è scritto e parlato. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi e all’inizio della Seconda repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato.

Oggi le rivelazioni di Ilardo – raccolte dal colonnello Michele Riccio – sono alla base di un processo in corso a Palermo che vede come principale imputato il generale Mario Mori. Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. Cita Marcello Dell’Utri, “un esponente insospettabile di alto livello appartenente all’entourage di Berlusconi”.

Sembra una storia sudamericana, ma accade in Italia. Meno di venti anni fa. E oggi, dopo le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, molti all’improvviso parlano. Ilardo nel 1994 nessuno lo ascolta – a parte il colonnello Riccio, che registra tutto. Ed è incredibile perché proprio l’infiltrato porterà gli uomini del Ros nel casolare di Provenzano.

Perché il boss non fu arrestato? Dice Mori ai magistrati di Palermo: “Non ricordo… tenga presente che io ero responsabile di una struttura quindi avevo una serie di problematiche…”. E il suo vice Mauro Obinu: “Abbiamo localizzato il casale… (va considerata) la difficoltà tecnica di entrare, in quanto era costantemente occupato da pastori, mucche e pecore”. Risultato? Provenzano continuerà a trattare con i nuovi referenti politici della Seconda repubblica.


4. L’agenda rossa di Paolo Borsellino (Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza)

L'agenda rossa di Paolo Borsellino (Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza)

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Molto è stato detto per celebrare la figura eroica di Paolo Borsellino. Molto poco invece si sa degli ultimi 56 giorni della sua vita, dalla strage di Capaci all’esplosione di via d’Amelio, quando qualcuno decide la sua condanna a morte.

Lo Bianco e Rizza ricostruiscono quei giorni drammatici con l’aiuto delle carte giudiziarie, le testimonianze di pentiti e di ex colleghi magistrati, le confidenze di amici e familiari. E ci restituiscono le pagine dell’agenda scomparsa nell’inferno di via d’Amelio, in cui Borsellino annotava le riflessioni e i fatti più segreti. Qualcuno si affrettò a requisirla: troppo scottante ciò che il magistrato aveva annotato nella sua corsa contro il tempo, giorno dopo giorno.

Chi incontrava? Chi intralciava il suo lavoro in Procura? Quali verità andava scoprendo? E perché, lasciato solo negli ultimi giorni della sua vita, disse: “Ho capito tutto… mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia… Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”?


5. Mafie del mio stivale – Storia delle organizzazioni criminali italiane e straniere nel nostro Paese (Enzo Ciconte)

Mafie del mio stivale - Storia delle organizzazioni criminali italiane e straniere nel nostro Paese (Enzo Ciconte)

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Cos’è la mafia, come e quando è nata, come si è sviluppata, come è cambiata, quali sono i suoi legami con il potere, con la politica, con le istituzioni, con l’imprenditoria?

Enzo Ciconte ricostruisce la storia delle organizzazioni criminali: cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita e anche quelle di origine straniera (cinese, albanese, nigeriana, colombiana, bulgara, romena e altre) da anni attive e stanziali in Italia.

Partendo dalle origini, che si possono far risalire agli inizi dell’Ottocento, passando dal momento cruciale dell’Unità d’Italia e del fascismo, per arrivare alla Repubblica e alle connessioni sempre vive tra politica e cupole: quella delle mafie non è soltanto una storia criminale, ma sostanzialmente una storia del potere.

Con linguaggio divulgativo e narrazione avvincente Enzo Ciconte ci consegna un saggio fondamentale e necessario per comprendere il fenomeno mafioso in tutte le sue articolazioni. Un libro che è anche un manuale di resistenza civile, un invito alle giovani generazioni perché dalla conoscenza possa nascere un futuro di riscatto.

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