Questo articolo presenta una selezione dei migliori libri su Banksy.
1. Wall and piece (Banksy)
La figura di Banksy rimane tuttora avvolta da un alone di mistero: del maggiore esponente della street art sappiamo solo che è nato a Bristol, ma non ne conosciamo la vera identità.
Famosissime le sue opere sul muro di separazione tra la Palestina e Israele, e le installazioni selvagge nei maggiori musei del mondo.
Gli stencil sono da sempre la tecnica preferita da Banski per i suoi lavori di guerilla art: e così, ritratti singolari ed umoristici di scimmie, di ratti, ma anche di poliziotti, soldati, vecchi e bambini si fanno i promotori di messaggi contro la guerra, il capitalismo e le istituzioni.
Venduto a più di un milione di copie in Inghilterra, Wall and Piece è un libro-cult ed esce finalmentre in Italia. Lo stesso Banksy, autore dei testi, vi presenta per la prima volta l’essenziale del suo poliedrico lavoro.
2. Banksy – Siete una minaccia di livello accettabile (Gary Shove, Patrick Potter)
Complementare di “Wall and Piece” (ma non ufficiale e volutamente dissacrante), “Banksy – Siete una minaccia di livello accettabile”, oltre a raccogliere tutte le opere emblematiche del primo periodo di Banksy, presenta i suoi maggiori lavori dal 2006 (anno i cui si conclude Wall & Piece) a oggi.
Questa nuova edizione aggiornata include tra l’altro “Girl with Balloon” (la famosa tela autodistrutta all’asta di Sotheby’s da un tritacarta nascosto nella cornice), e i pezzi realizzati dall’artista a Venezia il 22 maggio del 2019 durante la Biennale.
3. A visual protest – The art of Banksy (G. Mercurio)
Nato e cresciuto a Londra, nei primi anni Duemila Banksy è a Londra e comincia a farsi conoscere: in breve i muri della città si animano con i suoi personaggi ironici, pungenti, provocatori, irriverenti.
È subito un fenomeno: la stampa parla di “Banksy effect”. I suoi stencils, immediati e ricorrenti come manifesti pubblicitari, colpiscono al cuore: nel 2007 un sondaggio stabilisce che il suo lavoro rappresenta oramai un segno distintivo della città di Londra.
La sua arte si manifesta come un’esplicita e aspra provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra, del consumismo. Ma chi è Banksy?
Molte le congetture sul suo nome e la sua identità, ma ad oggi non si hanno altre certezze: tracciarne la biografia è impossibile, nonostante in molti abbiano tentato di farlo. La figura di Banksy è tuttora avvolta in un alone di mistero che si autoalimenta, definendo di fatto i tratti di un mito dei nostri tempi.
La mostra e il catalogo ad essa affiancato raccontano l’origine del messaggio artistico dell’anonimo artista, proponendo una riflessione critica su quale sia e quale potrà essere la collocazione di Banksy nel contesto più generale della storia dell’arte.
4. Exit through the gift shop (Banksy)
Nessuno l’ha mai visto, ma tutti conoscono quella sigla con cui da vent’anni firma i suoi irriverenti lavori: Banksy. Il mistero di un arti-star di fama planetaria, un autore capace di irridere la realtà con pochi tratti di disegno, un artista che ha scelto di non apparire mai in pubblico.
Exit Through the Gift Shop è un ironico gioco di specchi, un’inedita storia della Street Art degli ultimi dieci anni e di alcuni dei suoi protagonisti più bizzarri e anticonformisti.
Attraverso l’obiettivo di Thierry Guetta, un videoamatore francese che per anni ha documentato il lavoro notturno dei più importanti graffitari del mondo, emergono la personalità dell’artista di Bristol, la genesi dei suoi murales coraggiosi e spiazzanti e l’affermazione di un’idea militante e originale di democratizzazione dell’arte contemporanea.
Al DVD, della durata di 94 minuti, è allegato il libro “We are all fakes!”.
5. Banksy – L’arte come rivoluzione (Maddalena Ricolfi)
Banksy è il simbolo dell’“arte allo stato urbano” che sta modificando il volto delle nostre città. Non si conosce con certezza la sua identità, eppure è uno dei creativi contemporanei più seguiti, da chi lo celebra come testimone geniale dello zeitgeist a chi lo declassa a effimero fenomeno commerciale.
Quali sono i motivi che rendono l’autore di opere spesso elementari e destinate a vita brevissima un artista ormai di culto globale? Quale radice comune, se ne esiste una, può legare queste immagini spesso delicate e minimali alle esplosioni di colore sovente incomprensibili della street art?