Questo articolo presenta una selezione dei migliori libri sull’impressionismo.
1. Impressionisti – La nascita dell’arte moderna (C. Pescio)
Tutti i capolavori di tutti gli artisti che, nella Parigi del secondo Ottocento, hanno dato vita alla prima vera e propria rivoluzione artistica del nostro tempo.
Manet, Monet, Renoir, Cézanne, Degas e compagni chiudono le porte all’arte accademica e ai soggetti storico-religiosi, escono nelle strade, mettono i cavalletti lungo le rive dei fiumi, si muovono tra caffè e giardini per cogliere dal vero e fermare sulla tela “en plein air” l’impressione visiva di un preciso istante, un frammento di luce “reale”, il sapore e il colore della “vita moderna”.
Ed è così che la modernità fa irruzione negli atelier dei pittori, nelle gallerie, nei Salon, nell’immaginario degli appassionati d’arte. La prima mostra degli impressionisti si svolge a Parigi il 15 aprile 1874. Centosessantatre opere di Monet, Renoir, Degas, Cézanne… È un fiasco assoluto, con stroncature di critica e di pubblico e pochissime vendite, nonostante i prezzi contenuti.
Oggi, a distanza di un secolo e mezzo, le mostre e i musei dedicati alla pittura impressionista sono tra i più visitati in tutto il mondo e il mercato delle poche opere ancora sul mercato propone prezzi elevatissimi.
Al successo planetario dei dipinti di quel ristretto gruppo di pittori francesi contribuiscono il fascino della Parigi bohémienne e la sensazione di trovarci di fronte alla prima forma d’arte che riusciamo a considerare veramente “moderna”, cioè vicina al gusto contemporaneo.
2. La storia dell’impressionismo (John Rewald)
Quando nel 1946 compare la prima edizione, “La storia dell’Impressionismo” è subito celebrata per la straordinaria semplicità espositiva, l’uso di fonti primarie e l’abilità nel ricostruire fin nei minimi particolari le vicende che culminano nella prima mostra impressionista del 1874.
Coprendo un arco complessivo di circa trent’anni, dal 1855 al 1886, il volume è la cronaca di una strenua battaglia, fatta di trionfi e sconfitte, di integrità e perseveranza, di un lento e travagliato processo di demolizione del muro di dissenso della critica e dei pregiudizi borghesi.
Protagonisti di questa rivolta sono Monet, Bazille, Manet, Degas, Pissarro, Sisley, Gauguin, Morisot, Redon, Seurat e Signac, i quali, votati alla pittura en plein air e insofferenti alle forme tradizionali della rappresentazione, realizzano tele additate al pubblico disprezzo e trasformano in vessillo un epiteto – “pittori dell’impressione” – coniato per dileggio da un giornalista.
Nella sapiente miscela di rigore scientifico e gusto per la divulgazione non mancano gli affondi critici, che John Rewald affronta con garbo, senza mai cedere alle insidie di un gergo tecnico. Il risultato è una narrazione di forte presa sul lettore e al tempo stesso il più accurato resoconto di un periodo capitale della storia dell’arte, di cui vengono rievocati il clima, gli aromi, le amicizie e le sfumature delle diverse personalità grazie alla ricostruzione dei dialoghi e della vita quotidiana degli artisti.
Essenziale è infatti la ricchezza di citazioni tratte dai documenti raccolti dallo stesso Rewald presso i testimoni superstiti, nella consapevolezza che la sua è l’ultima occasione per fissarne la memoria prima che il tempo li disperda.
Testo cardine degli studi sull’Impressionismo, l’autore continuerà negli anni ad arricchirlo fino al 1973, versione che viene qui ripubblicata con un nuovo apparato iconografico a colori in ossequio ad artisti il cui lavoro è innanzitutto una rivoluzione della luce e del colore.
3. Impressionismo (Karin Grimme)
Partite alla scoperta delle scene di vita quotidiana e delle macchie di colore che hanno rivoluzionato le convenzioni artistiche del mondo intero. Questa concisa introduzione all’Impressionismo indaga gli artisti, le tecniche e i soggetti che per primi hanno portato i cavalletti fuori dallo studio spostando il centro dell’attenzione dalla ritrattistica e dai soggetti storici e religiosi all’evanescente fluire della vita moderna.
In un tour attraverso teatri, bar e giardini di Parigi e tanto altro, il libro svela le innovazioni più radicali apportate dagli impressionisti sul piano sia tematico sia stilistico, dalla pittura en plein air alle rapide pennellate che consentono di enfatizzare la spontaneità, il movimento e le qualità cangianti della luce.
Le splendide riproduzioni offrono uno sguardo ravvicinato sulle prospettive inedite e sulle fresche tavolozze dai colori nitidi e puri, lasciando emergere le vivide sfumature che donano alle tele un’intensità cromatica senza precedenti.
Pagina dopo pagina, riconoscerete i grandi dell’Impressionismo, come Edgar Degas, Claude Monet, Berthe Morisot e Camille Pissarro e incontrerete altri artisti meritevoli di uno studio più approfondito, tra cui Marie Bracquemond, Medardo Rosso e Fritz von Uhde.
4. L’impressionismo – Riflessi e percezioni (Meyer Schapiro)
Questo libro offre una visione inedita dell’impressionismo inquadrandolo nella cultura parigina di fine Ottocento ed esplorando il fitto intreccio di temi storico-artistici, economici, politici, filosofici, linguistici e letterari dell’epoca.
Schapiro esplora i tratti comuni e le intenzioni radicali di una comunità artistica profondamente consapevole di se stessa. Monet, Manet, Pissarro, Degas, Bazille, Renoir, Sisley scelsero di esporre sotto la medesima sigla; si opposero all’arte tradizionale e pur sviluppando uno stile personale trovarono ognuno la propria ispirazione nell’opera degli altri.
L’autore studia lo specifico modo impressionista di vedere “fisicamente” al fine di scoprire fondamentali peculiarità di questo movimento artistico: in tal modo, perfino le analisi di celebri capolavori riservano al lettore illuminanti intuizioni.
Nella prospettiva di Schapiro, un singolo dipinto diventa il luogo di discussione della pennellata impressionista, della città in turbinosa espansione, dei nuovi caratteri della vita cittadina e del profondo influsso esercitato dalla fotografia.
Intrecciando lo studio dei dettagli a quello di ampie tematiche storiche, risalendo alla storia dell’Ottocento e spingendosi fino all’espressionismo astratto, Schapiro offre un resoconto dell’impressionismo come punto di svolta della storia dell’arte.
5. Impressionismo (Ingo F. Walther)
Fu una scena tutta chiazze e pennellate a dare il nome all’impressionismo. Quando Impression, Soleil levant di Claude Monet fu esposto nell’aprile del 1874, i critici si appropriarono del titolo dell’opera e della sua resa stilistica approssimativa e rilassata del movimento e dei riflessi della luce sull’acqua per deridere questa nuova tendenza artistica.
Come nel caso di molte altre avanguardie artistiche, i critici hanno avuto il giusto castigo: oggi l’impressionismo è uno dei movimenti pittorici più amati al mondo. Con mostre campioni di incasso, cifre da record alle aste e musei sempre pieni, le opere un tempo scartate come “non finite” o imprecise sono ora le più amate per le loro atmosfere evocative, ma anche per lo stile fatto di rapide pennellate sulla tela.
Tuttavia, nonostante la sua popolarità e la valanga di pubblicazioni, molti aspetti e molti artisti di questo movimento sono stati scarsamente indagati. Il presente volume desidera colmare questa lacuna, illuminando la vita e l’opera di pionieri ingiustamente passati in secondo piano quali Berthe Morisot, Lucien Pissarro e Gustave Caillebotte, esplorando al tempo stesso le caratteristiche dell’impressionismo in senso più ampio, dalla pittura en plein air ai vividi contrasti di colori, non solo in Francia, patria del movimento, ma anche nel resto d’Europa e in Nord America.