Top 5 libri sulla storia della pittura

Top 5 libri sulla storia della pittura

 

Questo articolo presenta una selezione dei migliori libri sulla storia della pittura.


1. 1001 dipinti – Una guida completa ai capolavori della pittura (Stephen Farthing)

1001 dipinti - Una guida completa ai capolavori della pittura (Stephen Farthing)

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Il volume è dedicato ai capolavori della pittura di ogni tempo e di tutto il mondo. Arricchito da una straordinaria galleria di immagini ogni scheda e accompagnata dalla riproduzione a colori di un’opera d’arte.

Il libro spazia dagli affreschi dell’antica Roma alle provocazioni dell’arte contemporanea, in una successione cronologica di opere i cui accostamenti destano più di una sorpresa.

Da sempre la pittura testimonia l’urgenza creativa dell’umanità. Se i canoni di bellezza e i linguaggi cambiano nel corso dei secoli, la pittura rimane un mezzo di espressione universale e un registro fedele della nostra storia.


2. Il gioco della pittura – Storie, intrecci, invenzioni (Philippe Daverio)

Il gioco della pittura - Storie, intrecci, invenzioni (Philippe Daverio)

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La pittura, come la musica, non richiede traduzioni ma conoscenza delle tradizioni. La musica esige però d’essere suonata e quindi interpretata. La pittura è. E alla percezione immanente l’infinita sua eredità serve in modo eccellente. Ha bisogno lei del percorso iniziatico ed esoterico che ogni persona che la guarda deve intraprendere da sola.

Questi piccoli testi, ma soprattutto queste immagini, ambiscono solo a essere compagni di viaggio. Philippe Daverio non parla mai di “Storia dell’Arte” e anche quando affronta, come in questo caso, artisti fra i più grandi della pittura internazionale, racconta delle “storie”: eccentriche, trasversali, leggere o impegnate, note o mai sentite. Il suo sguardo laterale ci fa vedere molto di più, ci concentra sui dettagli e ci rivela uno scenario più complesso e variegato di quello che tutti abbiamo imparato a scuola.

Dettagli biografici, microstorie sociali, temi iconografici, curiosità legate a un capolavoro diventano cinquanta itinerari nella pittura, esercizi di stile e di curiosità, una narrazione vivace e appassionata che apre la mente a nuovi giochi e conduce su strade inesplorate.

Se nell’arte, come l’autore spiega nell’introduzione, si riflette un pezzo della nostra anima individuale, guardando queste opere, leggendo le sue parole, apprendiamo anche qualcosa di più su noi stessi e sulla nostra storia: l’arte del passato “diventa un armadio della memoria nel quale trovare i diversi istrumenti che servono a stimolare e forgiare la sensibilità attuale”.


3. Breve ma veridica storia della pittura italiana (Roberto Longhi)

Breve ma veridica storia della pittura italiana (Roberto Longhi)

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“Ed ora: occorre sperare che anche in Italia nasca oggi un artista? Perché no? E perché sì, infine? Ho già detto: l’essenziale non è che ci siano degli artisti italiani ma semplicemente degli artisti. L’essenziale! Non sarebbe questa l’ultima delle nostalgie cui liberarmi?

L’essenziale quando uno solo di voi, dopo quarantore di storia dell’arte, creda di potersi ricordare qualche volta che oltre la bistecca e la sigaretta c’è il quadro e la statua. Posso infatti sperar molto o nulla o molto: che qualcuno di voi più intelligente di me possa fra qualche anno strigliare meglio di me l’abbiezione artistica e critica Italiane. Nulla, e va bene lo stesso. Ma vi sono soddisfazioni più modeste, intermedie.

Dove sorprenderò uno soltanto di Voi? In qualche elegante primavera parigina, al Salon Carré, mentre, dietro i miei consigli, volterà sdegnosamente le spalle al falso capolavoro che gabba il mondo da secoli? (…) All’ombra di una navata mentre attenderà a far gli occhi alla mezza luce dinanzi al quadro che il sagrestano premurosamente ha già svelato? O, nella chiesa rinzaffata di fresco, discutendo col prevosto il probabile valore – estetico – di un presunto tesoretto locale?

Per altri potrebbero essere speranze: per me sono soltanto ipotesi di probabilità non disaggradevoli: e tuttavia bastano ad esimermi da un congedo qualsia.”


4. La pittura contemporanea dal Romanticismo alla Pop Art (Flavio Caroli)

La pittura contemporanea dal Romanticismo alla Pop Art (Flavio Caroli)

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Flavio Caroli – invece di compilare una semplice cronistoria degli avvenimenti artistici degli ultimi due sècoli – racconta, attraverso le opere, i cambiamenti e le rivoluzioni, mettendo in luce i continui rapporti con la tradizione pittorica del passato.

L’analisi, che inizia con il Romanticismo visto come punto di rottura con le convenzioni della spazialità “classica”, si evolve in quattordici capitoli, ognuno dei quali prende in esame una delle tendenze della pittura contemporanea, in sintonia con le ricerche dell’uomo sui fondamentali quesiti dell’esistenza.

Il “concetto di “avanguardia”, che ha origini sociologiche più che strettamente estetiche, è messo tra parentesi e l’arte contemporanea viene vista come un prisma in cui ogni faccia si identifica con le risposte primarie che i grandi artisti hanno saputo dare a un mondo che evolvendosi tecnologicamente ha moltiplicato, anziché cancellare, enigmi e interrogativi sui quesiti della conoscenza.


5. Storia della pittura bizantina (Viktor Lazarev)

Storia della pittura bizantina (Viktor Lazarev)

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Viktor Lazarev ha consegnato alla storia dell’arte un’opera di riferimento sulla pittura bizantina, contribuendo sostanzialmente a definirne un quadro complessivo e coerente. Il termine “bizantino”, applicato talvolta come etichetta alle opere di altri contesti, era stato spesso sminuito e alterato nel suo valore storico-artistico.

Lazarev ha cercato di restituire all’arte di Bisanzio e delle province bizantine i loro caratteri essenziali, ricostruendo le fasi del loro sviluppo: dai monumenti del VI secolo alla dissoluzione di un impero e di una cultura sopravvissuti alle ragioni che ne avevano reso possibile la nascita.

L’opera non è la semplice traduzione dell’originale russo apparso nel 1947-1948: essa venne radicalmente riveduta e ampliata dall’autore in vista della prima edizione einaudiana apparsa nel 1967, divenendo cosi uno dei punti di riferimento classici per la storia dell’arte e della bizantinistica. Per queste ragioni, dopo la seconda edizione nel 1981 (BSA), l’opera viene ora riproposta.

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